Apparato digerente
Appendice vermiforme
L’appendice vermiforme è un condotto cilindrico, molto sottile, che si diparte dalla parete mediale del cieco, 2-3 cm al di sotto dell'orifizio ileocecale, terminando con una estremità libera che volge per lo più inferiormente. È sottesa da una piega peritoneale, il mesenteriolo che, dall'appendice stessa, si porta al cieco e al tratto terminale del mesentere. Ha forma cilindro-conica ma anche la forma, come la lunghezza (6-10 cm), il calibro (5-8 mm), la situazione e i rapporti, offre grande variabilità. Molte delle anomalie nella situazione dell'appendice sono dipendenti da una malposizione del cieco.
Vene dello stomaco
Le vene dello stomaco traggono origine dalla rete capillare sottoepiteliale, formano tra il fondo delle ghiandole e la muscularis mucosae una rete venosa sottoghiandolare, poi un plesso più cospicuo in sede sottomucosa al quale affluiscono anche le vene della tonaca muscolare. Le vene efferenti di tale plesso attraversano la tonaca muscolare, si fanno sottosierose e, seguendo i rami arteriosi dei quali sono satelliti, fanno capo, lungo la piccola curvatura, alla vena coronaria dello stomaco e alla vena pilorica, lungo la grande curvatura alle vene gastroepiploiche destra e sinistra, in corrispondenza del fondo alle vene gastriche brevi. Tutte queste vene sono affluenti della vena porta o direttamente (come la vena coronaria…
Vie biliari extraepatiche
Le vie biliari extraepatiche sono rappresentate dai dotti epatici destro e sinistro che, in corrispondenza dell’ilo del fegato, si riuniscono nel dotto epatico comune nel quale va a confluire il dotto cistico che proviene dalla cistifellea (o colecisti). Da questa confluenza ha origine il dotto coledoco che sbocca nella seconda porzione (discendente) del duodeno. Dotto epatico destro e sinistro, dotto epatico comune e dotto coledoco vengono insieme considerati come la via biliare principale, mentre la cistifellea e il dotto cistico rappresentano la via biliare accessoria. Articolo creato il 15 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Superficie interna dello stomaco
La superficie interna dello stomaco ha nel vivente, allo stato di riposo funzionale, colore grigio roseo; diviene rossa e tumida durante la digestione gastrica per il maggiore afflusso di sangue. Nel cadavere appare molle e grigiastra, talora brunastra, per le rapide alterazioni della mucosa dovute all’azione del succo gastrico e ai precoci fenomeni putrefattivi. A stomaco vuoto e retratto, la superficie interna si mostra sollevata in pieghe grossolane, dette pieghe gastriche, dirette prevalentemente secondo l’asse longitudinale dell’organo e anastomizzate fra loro in modo da formare un reticolo a maglie allungate. Solo in corrispondenza della piccola curvatura si osservano pieghe longitudinali ben individualizzate, molto sporgenti, non unite da anastomosi trasversali. Queste…
Papilla duodenale maggiore (di Vater)
La papilla duodenale maggiore (di Vater o ampolla epatopancreatica) è un rilievo conico visibile nella superficie interna del duodeno, in corrispondenza della parete postero-mediale della seconda porzione, a una distanza variabile dalla flessura duodenale superiore. L'ampolla epatopancreatica è una cavità accolta entro la papilla. La papilla maggiore è superiormente in rapporto con una valvola connivente che, per questo, prende anche il nome di valvola sopracaruncolare; inferiormente la mucosa della papilla continua con quella propria del duodeno, costituendo una piega verticale denominata frenulo della papilla.
Sostanza P
La sostanza P è contenuta in cellule enterocromaffini contraddistinte come sottopopolazione EC1. È un polipeptide di 11 aminoacidi che si localizza in granuli che contengono anche 5-idrossitriptamina e sono fortemente argirofili. Lo stesso polipeptide è anche localizzato nelle terminazioni nervose del plesso mienterico. Si ritiene che la sostanza P svolga un ruolo regolatore della peristalsi intestinale. Le cellule EC1 sono principalmente localizzate nella mucosa dell’intestino tenue e crasso. Le cellule enterocromaffini della mucosa gastrica non contengono motilina né sostanza P; esse vengono denominate cellule ECn e, accanto alla 5-idrossitriptamina, contengono probabilmente ormoni polipeptidici non ancora identificati. Articolo creato il 15 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Stomaco
Lo stomaco è un organo impari che si presenta come un tratto dilatato del canale alimentare, interposto tra esofago e intestino tenue. È situato nella cavità addominale subito al di sotto del diaframma e occupa l’ipocondrio sinistro e una parte dell’epigastrio. In esso gli alimenti si accumulano e sostano temporaneamente per essere sottoposti all’azione digestiva del succo gastrico.
Apparato digerente (o gastroenterico)
L’apparato digerente (o gastroenterico) è deputato principalmente a ricavare l’energia tramite gli alimenti che quotidianamente sono ingeriti per svolgere il lavoro fisico e intellettuale, nonché il lavoro dei diversi organi nello svolgimento delle funzioni che a questi competono; l’energia acquisita con gli alimenti deve eguagliare quella che l’organismo consuma. Gli alimenti svolgono la funzione di donatori d’energia solo dopo che sono stati opportunamente trasformati. Assunzione di cibo, masticazione e digestione sono le tappe preliminari di queste trasformazioni; esse portano alla disponibilità di metaboliti che, insieme all’acqua e ai sali, possono essere assorbiti dall’organismo. Con l’assorbimento, una serie di composti viene immessa nella circolazione sanguigna e linfatica e si rende così…