Anatomia microscopica

Endometrio

L’endometrio rappresenta la tonaca mucosa dell’utero. È costituita da un epitelio di rivestimento e da una lamina propria; aderisce al miometrio (ossia la tonaca muscolare) senza interposizione di una tonaca sottomucosa.
È importante distinguere il corpo dal collo dell’utero perché ci sono differenze strutturali oltre al fatto che la mucosa del collo è molto meno sensibile alla regolazione ormonale rispetto alla muscosa del corpo.

La tonaca mucosa del corpo uterino è in continuità con quella della tuba in corrispondenza degli angoli supero-laterali dell’organo e con quella del collo uterino in basso, a livello dell’istmo.
Ha uno spessore variabile da 1 a 7 mm a seconda delle fasi del ciclo e presenta alla superficie interna lo sbocco delle numerose ghiandole che occupano la lamina propria.
È irrorata da due gruppi di arterie, tra loro indipendenti, che si dipartono dallo strato vascolare del miometrio. Si hanno così arterie basali (o rette), che provvedono all’irrorazione dello strato basale, e arterie spirali, a decorso caratteristicamente spiraliforme, decorrenti tra le ghiandole e che provvedono all’irrorazione dello strato funzionale.
Solo le arterie spirali costituiscono un sensibile bersaglio degli ormoni ovarici.

  • L’epitelio di rivestimento è cilindrico semplice ed è formato da due tipi di cellule, ciliate e secernenti, la cui proporzione varia nelle fasi del ciclo.
    • Le cellule ciliate presentano un numero variabile di ciglia il cui movimento è diretto verso il canale cervicale.
      Al micoscorpio elettronico, le ciglia hanno la caratteristica struttura con 9 paia di tubuli periferici e un paio di tubuli centrali, mentre il citoplasma appare povero di organuli (apparato di Golgi e reticolo endoplasmatico poco sviluppati, mitocondri piccoli).
    • Le cellule secernenti producono un materiale di natura glicoproteica che si accumula nella porzione apicale. Il nucleo è posto al centro delle cellule in fase di elaborazione del secreto, mentre è spostato verso la base quando quest’ultimo si accumula verso l’apice prima dell’espulsione.
      Al microscopio elettronico, queste cellule presentano all’apice numerose villosità e appaiono ricche di organuli e di glicogeno. Esse subiscono notevoli modificazioni nelle diverse fasi del ciclo.
  • La lamina propria è formata da connettivo ricco di cellule e povero di fibre collagene che ha, nell’insieme, le caratteristiche di un tessuto molto giovane (si rinnova infatti ogni 28 giorni). Le cellule, che appaiono come fibroblasti voluminosi di forma fusata o stellata, presentano le proprietà evolutive delle cellule mesenchimali. Oltre a fibroblasti, nella lamina propria si trovano anche macrofagi e leucociti.
    Nella lamina propria sono presenti numerose ghiandole tubulari semplici che ne occupano l’intero spessore raggiungendo il miometrio dove i loro fondi possono insinuarsi per breve tratto tra le fibre muscolari. Le ghiandole hanno decorso rettilineo nella parte superficiale della mucosa, che costituisce la cosiddetta zona compatta, mentre sono tortuose, bifide ed ectasiche nella parte sottostante, la zona spongiosa.
    La parte superficiale della mucosa, corrispondente a circa 2/3 di essa, è detta strato funzionale, mentre lo strato profondo, sottile, corrispondente al fondo delle ghiandole è definito strato basale.

La tonaca mucosa del collo uterino deve essere distinta in esocervice ed endocervice.

  • L’esocervice è la parte della mucosa del collo dell’utero che guarda nella vagina, ossia la mucosa della porzione vaginale del collo dell’utero (o cervice o portio). Questa mucosa inizia a livello dei fornici congiuntivali, come continuazione della mucosa vaginale, e termina a livello dell’orifizio uterino esterno.
    • L’epitelio di rivestimento dell’esocervice è un epitelio pavimentoso pluristratificato (o squamoso) non cheratinizzato quasi identico a quello della vagina con cui si continua. Siccome questo epitelio è spesso, non lascia trasparire la sanguificazione sottostante e quindi la mucosa della cervice appare meno rosea di quella del canale cervicale.
      Nello spessore dell’epitelio pavimentoso pluristratificato si distinguono tre zone, basale (o scura), intermedia e superficiale, i cui caratteri istologici sfumano gradualmente da zona a zona. Dopo la menopausa tutta la mucosa soggiace ad atrofia e la differenza tra le zone si attenua.

      • La zona basale (o scura), è quella al limite con la tonaca propria. È costituita da uno o due strati di cellule basali strettamente affiancate, ellittiche, col maggior asse orientato perpendicolarmente al piano basale, col nucleo molto colorabile e di volume prevalente sullo scarso citopla­sma. Su queste si stratifica qualche fila di cellule simili con nucleo un po’ meno colorato e citoplasma appena più abbon­dante (cellule parabasali). Lo strato delle cellule basali è disteso sulla tonaca propria secondo un piano regolare.
        La zona basale ha significato germinativo e gli strati che su di essa si accumulano rappresentano stadi di progressiva maturazione e infine di degenerazione e sfaldamento. I caratteri distintivi e le proporzioni quantitative di essi nelle diverse zone dipendono sensibilmente da condizioni ormoniche e in particolare, nella donna adulta, si modificano nel corso del ciclo ovarico.
      • La zona intermedia è formata da parecchi strati di cellule con citoplasma più ampio la cui lieve espansione lenticolare modifica gradualmente il suo orientamento man mano che si fa vicina la superficie, rispetto alla quale le cellule tendono a rendersi parallele con accenno a reciproca embricatura. Durante la gravidanza questa zona predomina sulle altre.
      • La zona superficiale consta di cellule molto appiattite, con citoplasma omogeneamente e intensamente colorabile con l’eosina. Il citoplasma di queste cellule contiene molto glicogeno.
    • Nella bambina prepubere ci sono alcune cellule parabasali e qualche cellula intermedia; questo è il motivo per cui l’epitelio della bambina si infetta molto facilmente.
      L’epitelio dell’esocervice di una donna giovane è costituito da un unico strato basale che prolifera, due strati parabasali, 5-7 strati intermedi e diversi strati superficiali; di conseguenza l’epitelio è molto più resistente.
      Nell’età avanzata rimangono pochi strati; la mucosa è allora fragile e di nuovo particolarmente suscettibile ai traumi.
    • La lamina propria si solleva in papille riccamente vascolarizzate. Mancano del tutto le ghiandole.
  • L’endocervice è la parte di mucosa che riveste il canale cervicale, partendo dall’orifizio uterino esterno e terminando a livello dell’orifizio uterino interno.
    • L’epitelio di rivestimento dell’endocervice è un epitelio cilindrico monostratificato con rare cellule ciliate e numerose cellule secernenti muco. Siccome questo epitelio è molto sottile, lascia trasparire la sanguificazione sottostante e quindi la mucosa del canale cervicale appare più rosea rispetto a quella della cervice.
    • La lamina propria è costituita da connettivo piuttosto denso, con fibre collagene abbondanti e fibroblasti. Presenta le ghiandole cervicali, tubulari ramificate, costituite dall’introflessione del sovrastante epitelio a formare cripte e ramificazioni ghiandoliformi costituite da cellule secernenti muco.
      Il muco cervicale ha notevole importanza nel facilitare il passaggio degli spermatozoi e le sue caratteristiche fisiochimiche variano a seconda delle fasi del ciclo.
      In seguito ad occlusione del lume presso lo sbocco, alcune ghiandole si trasformano in piccole cisti contenenti muco, dette impropriamente uova di Naboth.

Il limite tra esocervice ed endocervice è rappresentato dalla giunzione squamo-colonnare.
Nella neonata, nella bambina e nella giovane il limite della giunzione squamo-colonnare coincide esatta­mente con l’orifizio uterino esterno, ma nella donna adulta e anziana si trova spostato di qualche millimetro distalmente sulla porzione vaginale.

Endometrio

Utero di donna. (Colorazione Mallory Azan). La sua struttura dall’interno all’esterno può essere così schematizzata: tonaca mucosa o endometrio costituita da un epitelio di rivestimento batiprismatico semplice, (l’epitelio che riveste all’esterno la zona intravaginale del collo dell’utero è pavimentoso composto) che poggia su di una lamina propria (lp) connettivale la quale accoglie le ghiandole (gh) uterine tubulari semplici, tortuose e distanziate l’una dall’altra nel corpo, ramificate nel collo.
Segue la tonaca muscolare (TMu) o miometrio organizzato in tre strati: strato sottomucoso (fibrocellule muscolari lisce longitudinali e oblique), strato vascolare (circolare e obliquo), strato sottosieroso (longitudinale).
Tonaca sierosa o perimetrio che corrisponde al peritoneo.
L’utero attraversa un ciclo, detto ciclo uterino, che comprende varie fasi. In questa immagine l’endometrio presenta l’aspetto tipico della fase secretiva (ghiandole dilatate, molto serpiginose, ricche di cellule secernenti).

Tonaca mucosa dell'utero

Particolare dell’immagine precedente visto a maggiore ingrandimento. (Colorazione Mallory Azan).
La tonaca mucosa ha un epitelio (E) batiprismatico semplice con cellule ciliate e cellule secernenti. Nella lamina propria (lp) si trovano le ghiandole uterine (gh) tubulari semplici la cui parete è costituita da cellule epiteliali batiprismatiche ove prevalgono cellule secernenti materiale glicoproteico e glicogeno.

Ghiandole uterine

Le ghiandole (gh) uterine sono tubulari semplici e occupano tutto l’endometrio. Le ghiandole sono piuttosto distanziate tra di loro per lo stroma presente. Decorrono perpendicolarmente alla superficie dell’epitelio (E) di rivestimento dove sfociano.
I tubuli ghiandolari hanno un decorso rettilineo. La parte intermedia delle ghiandole può essere tortuosa mentre i fondi delle ghiandole stesse sono bifidi e giungono fino al miometrio. (Colorazione ematossilina eosina).

Fonte: Istituto di anatomia umana normale università degli studi di Bologna

Articolo creato il 6 agosto 2011.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.