Anatomia microscopica

Struttura della cornea

Dal punto di vista strutturale si distinguono nella cornea, a partire dalla sua superficie anteriore, 5 strati: epitelio corneale, membrana limitante anteriore, stroma corneale, membrana limitante posteriore, endotelio.

  1. L’epitelio corneale, pavimentoso pluristratificato, poggia su una tipica membrana basale. Vi si distinguono:
    • Cellule superficiali piatte, che al microscopio elettronico mostrano verso l’esterno la presenza di sottili digitazioni, la cui funzione sembra essere quella di trattenere il velo lacrimale che costantemente le bagna.
    • Cellule intermedie, disposte in 3-5 strati, delle quali le più superficiali si presentano assai estese in superficie e prendono il nome di cellule alari, mentre le altre hanno forma clavata.
    • Cellule basali alte, prismatiche, ricche in tonofibrille.

Le cellule epiteliali sono unite tra loro da desmosomi. Sul contorno della cornea, a livello dell’orlo sclerocorneale (o limbus), l’epitelio corneale continua con l’epitelio della congiuntiva bulbare.

  1. La membrana limitante (di Bowmann) è costituita da un intreccio di fibrille collagene, simili a quelle dello stroma, che si addensano in uno strato dello spessore di circa 12 mm. La membrana di Bowmann continua, senza limiti netti, con lo stroma corneale che è situato profondamente.
  2. Lo stroma corneale forma da solo circa il 90% dello spessore di tutta la cornea. È costituito principalmente da fibrille collagene il cui diametro si mantiene uniformemente sui 20-30 nm, cementate fra loro da una matrice mucopolissacaridica e organizzate in lamelle dello spessore di circa 10 mm, disposte in circa 50 piani. In ciascuna lamella le fibre decorrono parallelamente fra loro; quelle appartenenti a lamelle contigue decorrono invece in direzione ortogonale le une rispetto alle altre. Tra le lamelle sono presenti numerose cellule, del tipo dei fibroblasti, denominate cheratociti, dalle quali prendono origine le fibre collagene. La matrice mucopolisaccaridica ha lo stesso indice di rifrazione delle fibrille e pertanto omogeneizza il collagene rendendo le lamelle perfettamente trasparenti.

La natura dei componenti, oltre alla precisa organizzazione tridimensionale delle fibre e delle cellule corneali, è una delle caratteristiche che conferiscono trasparenza all’organo (trasparenza dovuta anche alla mancanza di vasi sanguiferi).

  1. La membrana limitante posteriore (di Descemet) è spessa circa 10 mm e, al microscopio ottico risulta anista (amorfa). Al microscopio elettronico presenta una struttura fibrillare del tutto particolare in quanto le sue fibrille, pur avendo la stessa costituzione chimica del collagene, presentano però una disposizione raggiata.
  2. L’endotelio riveste la faccia posteriore della cornea ed è costituito da un unico strato di cellule appiattite di forma poligonale, ricche di mitocondri. Esso svolge un ruolo molto importante nella regolazione degli scambi tra cornea e umore acqueo e la sua integrità è necessaria per il mantenimento del trofismo e della trasparenza corneale.

In corrispondenza dell’orlo sclerocorneale si trova, nella parte profonda della tonaca fibrosa, il sistema trabecolare sclerocorneale. Questo è costituito da un intreccio di sottili fasci di fibre collagene che delimitano lacune comunicanti fra loro e con la camera anteriore dell’occhio. L’endotelio corneale penetra nel sistema trabecolare rivestendone le lacune. Questa formazione ha grande importanza nella regolazione della pressione endooculare. L’umor acqueo, prodotto continuamente a livello del corpo ciliare, passa infatti dalla camera posteriore dell’occhio a quella anteriore attraverso il foro pupillare; prende allora la via del sistema trabecolare sclerocorneale, penetra nell’interno del seno venoso della sclera (o canale di Schlemm) attraversandone la parete e viene infine drenato dalle vene episclerali. Il canale di Schlemm è un vaso venoso, privo di tessuto muscolare liscio nella sua parete, che decorre circolarmente lungo il confine fra sistema trabecolare e sclera; esili venuzze lo fanno comunicare con le vene episclerali. Alterazioni del sistema trabecolare possono ostacolare il deflusso dell’umore acqueo con il conseguente aumento della pressione endooculare.

Articolo creato il 16 settembre 2012.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.