Medicina legale

Comitato etico (o di bioetica)

Il comitato etico (o di bioetica) è un organismo indipendente, espressione di una struttura istituzionale sanitaria o di ricerca scientifica, costituito da medici e non, il cui compito è di verificare che vengano salvaguardati la sicurezza, l’integrità e i diritti della persona, di fornire pareri e creare occasioni formative sugli aspetti etici della prassi e della ricerca nelle scienze biomediche. In questo modo fornisce una pubblica garanzia, rapportandosi con i relativi organismi professionali per gli aspetti deontologici. La peculiarità del comitato etico consiste quindi nella interdisciplinarità dei suoi membri chiamati ad affrontare i numerosi problemi etici che possono sorgere nei luoghi di degenza, negli istituti di ricerca, nei laboratori di sperimentazione, cercando di giungere a soluzioni il più possibile coerenti con i principi ed i va­lori dichiarati nel proprio statuto.
Per l’elaborazione di un giudizio etico, il comitato bioetico deve valutare tutti i parametri che permettono di definire le responsabilità de­gli operatori sanitari:

  • Le leggi civili e penali dello Stato, che un buon comitato etico deve interpretare, mancan­do a livello nazionale una specifica giurisprudenza in tema di bioetica.
  • I codici di deontologia medica nazionali ed internazionali.
  • I diritti dell’uomo esplicitati nelle Carte e Convenzioni Internazionali.
  • Nel caso di comitati etici che operino all’interno di ospedali religiosi vanno infine consi­derate come ultimo orientamento le indicazioni provenienti dalle “morali reli­giose”.

È indispensabile che ogni comitato etico situato all’interno di un ospedale dichiari nel pro­prio Statuto i principi ed i parametri etici che lo ispirano, perché la chiarezza e la trasparenza in merito a determinati trattamenti (trapianti, terapia in fase terminale, ecc.) costituiscono il primo atto di onestà nei confronti dei pazienti che decideranno di ricoverarsi.
Se un comitato etico deve garantire al proprio interno il massimo del pluralismo, non può però prescindere da un “minimo etico” di valori condivisi, quali il rispetto della vita umana, dell’individualità e dell’autonomia, della qualità e della sacralità della vita (anche se non necessariamente secondo una fede religiosa).
Le principali funzioni di cui è investito un comitato etico sono:

  • Funzione consultiva: in relazione a questioni etiche connesse con le attività scientifiche e assistenziali, allo scopo di proteggere e promuovere i valori della persona umana. In queste situazioni il comitato etico dovrà emettere un “parere”, ma in nessun caso dovrà formulare una decisione che sostituisca legalmente o scienti­ficamente quella del medico, unico responsabile legale del trattamento del pa­ziente.
  • Funzione operativa: si esplicita nell’esame dei protocolli di ricerca. Tale valutazione “deve garantire la tutela dei diritti, della sicurezza e del benessere dei soggetti in sperimentazione”. Nell’assolvere a questa importante e delicatissima funzione, il comitato etico assume la responsabilità di fornire pubblica garanzia di tale tu­tela.
  • Funzione formativa ed educativa: è finalizzata all’accrescimento della coscienza eti­ca nel proprio istituto e ad una maggiore qualità delle cure, attraverso la promo­zione di dibattiti e corsi formativi “relativamente a temi in materia di bioetica”.

Lo stesso decreto indica le figure che, obbligatoriamente, devono essere presenti in un comitato etico: due membri ex officio (il farmacista del servizio farmaceutico dell’isti­tuzione o territoriale, il direttore sanitario e, nel caso degli IRCCS, il direttore scienti­fico), due clinici, un farmacologo, un biostatistico, un esperto in materia giuridica. Accanto a queste figure, con il decreto del 2006 diventa obbligatoria anche la presenza del medico di medicina generale territoriale e/o il pediatra di libera scelta, il rappresentante del settore infermieristico e del volontariato per l’assistenza e/o associazionismo di tutela per i pazienti, l’esperto in materia giuridica e assicurativa o un medico legale. Quest’ultima opzione tra l’esperto in materia giuridica e assicurativa e il medico legale suscita grande perplessità, poiché non sono competenze equiparabili e intercambiabili. Sarebbe stato sicuramente più opportuno inserire obbligatoriamen­te entrambe le figure, per garantire una più corretta valutazione da entrambe le pro­spettive sia dei protocolli di ricerca sia dei casi clinici di particolare complessità bioe­tica. Infine, sempre nel Decreto 2006, viene introdotta come obbligatoria la figura dell’esperto in bioetica, anche se il termine “esperto”, in bioetica, lascia spazio a molte ambiguità. Si auspica che, nell’individuare questo componente, si possa identificare nel suo curriculum vitae un preciso percorso formativo in bioetica.
I componenti del comitato etico restano in carica tre anni ed il loro mandato non può essere rinnovato consecutivamente più di una volta, eccezion fatta per i componenti ex officio, che comunque non possono ricoprire la carica di Presidente per più di due man­dati consecutivi.

Il Governo Italiano, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 28 marzo 1990, istituiva il comitato nazionale per la bioetica (CNB), organo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con funzioni di consulenza nei confronti del Governo, del Parlamento e delle altre istituzioni. Esso è anche collegato ad analoghi organismi di altri Paesi, dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa. Possono rivolgersi al comitato anche associazioni, centri di ricerca, comitati etici locali, studiosi e singoli cittadini per informazioni riguardanti la bioetica. Il comitato nazionale per la bioetica ha la funzione di orientamento per la predisposizione di strumenti ed atti legislativi ed amministrativi volti a definire i criteri da utilizzare nella pratica medica e biologica per tutelare i diritti umani ed evita­re gli abusi. Il comitato nazionale per la bioetica ha inoltre il compito di garantire una corretta informazione su­gli aspetti problematici e sulle implicazioni dei trattamenti terapeutici, delle tecniche diagnostiche e dei progressi delle scienze biomediche. I pareri del comitato nazionale per la bioetica costituisco­no spunti di approfondimento tematico e di riflessione sui problemi di natura etica e giuridica che emergono con il progredire delle conoscenze nel campo delle scienze della vita.

Articolo creato il 7 febbraio 2014.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.