Farmacologia e tossicologia clinica

Inibitori del metabolismo

A seconda del meccanismo d’azione, gli inibitori del metabolismo possono essere distinti in:

  • Selettivi, quando agiscono su un unico enzima, come la carbidopa capace di bloccare la dopa-decarbossilasi a livello periferico e non a livello centrale; è utilizzata nel morbo di Parkinson.
  • Non selettivi, quando vanno ad agire su più tipi di enzimi; ad esempio, le MAO (mono-amino-ossidasi) sono gli enzimi deputati alla catabolizzazione delle catecolammine. Ci sono due classi di MAO: le MAO A e le MAO B. Ci sono degli inibitori non selettivi che vanno ad agire sulle MAO A o le B, altri invece che vanno ad agire solo sulle A o sulle B. L’impiego terapeutico sarà diverso a seconda del paziente.
  • Reversibili; tra questi ci sono quelli:
    • Competitivi, quando due sostanze vanno ad agire sullo stesso target, legandosi sullo stesso sito o variando il sito di legame come l’allopurinolo per l’ossidazione della xantina ad acido urico.
    • Non competitivi, quando l’inibitore si lega sia all’enzima che al complesso enzima-substrato riducendo la velocità massima di reazione senza modificare la reazione, cioè la KM, ovvero la costante di Michaelis-Menten che indica l’affinità tra enzima e substrato. Più è alta, minore è l’affinità e viceversa.
  • Non reversibili, quando si ha un legame di tipo covalente come il disulfiram nei confronti della deidrogenasi o gli organofosforici nel legame della colin-esterasi. Un legame covalente può portare alla formazione di intermedi che potrebbero distruggere lo stesso enzima.

Alcuni di questi inibitori hanno uno spettro di attività più o meno ampio ed hanno impiego in terapia. Tra questi ci sono:

  • Fenazina, inibitore di MAO A e MAO B utilizzata nella depressione. È importante ricordare che somministrando inibitori delle MAO, soprattutto MAO A, bisogna fare attenzione perché si potrebbero avere degli episodi piuttosto gravi di ipertensione e di ipoglicemia se, contemporaneamente alla terapia, vengono consumati cibi contenenti tirosina (vino rosso, formaggi) in grado di liberare le catecolamine presenti nei neuroni adrenergici che causano gli episodi su citati.
  • Seleginina, inibisce solo le MAO B, responsabile della metabolizzazione della dopamina, col cui impiego si ottiene un aumento della dopamina (è usata nel morbo di Parkinson).
  • Acetazolamide, blocca l’anidrasi-carbonica e quindi può essere usata nel glaucoma perché riduce la pressione endooculare.
  • Captopril, è un ACE-inibitore usato nell’ipertensione.
  • Benserazide, blocca la dopa-decarbossilasi ed è usata nel morbo di Parkinson.
  • Disulfiram, utilizzato per bloccare l’aldeide-deidrogenasi negli alcolisti. (L’alcool è trasformato in acetaldeide che può essere trasformata in acido acetico. Bloccando l’aldeide deidrogenasi si avrà un aumento di acetaldeide che produce effetti fastidiosi come sudorazione, tachicardia ed è un mezzo per creare fastidio negli alcolisti che così abbassano il consumo dell’alcool).
  • Allopurinolo, utilizzato nella gotta per diminuire la quantità di acido urico, in quanto blocca la xantina-ossidasi.

Articolo creato il 01 marzo 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.