Accademia di Medicina di Torino,  Attualità

Osteoporosi e invecchiamento

Patrizia D’Amelio, Primario di Geriatria presso il Centre Hospitalier Universitaire Vaudois di Losanna, interviene venerdì 29 ottobre alle ore 21 in Accademia di Medicina di Torino per una seduta scientifica organizzata in collaborazione con la Fondazione per l’Osteoporosi O.N.L.U.S. dal titolo “Osteoporosi e invecchiamento”.

In un’intervista rilasciata a Livia Tonti di MD-Digital pone una domanda a cui è difficile rispondere: Cosa facciamo al nostro anziano con Osteoporosi? oppure l’Osteoporosi è una vera malattia nel paziente anziano o è correlata all’invecchiamento fisiologico? In questo secondo caso, si sarebbe tentati dal non far nulla, unicamente accompagnare e non essere eccessivamente interventisti.

La dott.ssa D’Amelio invita a non cadere nell’ageismo, una condizione per cui si sottostima la malattia del soggetto anziano, in quanto fa parte dell’invecchiamento. Lo scheletro invecchia ma ci si può trovare di fronte ad un invecchiamento di successo o patologico, quando la riduzione della massa ossea diventa una malattia.

L’osteoporosi dà un sintomo di sé che dev’essere degno di nota, va rilevato per poi attivare un processo diagnostico e terapeutico. Il sintomo dell’osteoporosi è la frattura, la cui frequenza aumenta con l’età. La frattura di polso insorge precocemente intorno ai sessant’anni di età. Segue in senso cronologico la frattura di vertebra; la più grave, in età avanzata, è la frattura di femore che porta ad un rapido declino del paziente, perde l’autonomia, viene frequentemente ricoverato in casa di riposo o va incontro al decesso.

Come, quando trattare l’osteoporosi?

Innanzitutto si mira a prevenire, poi di fronte ad un paziente anziano che ha già avuto una frattura si pone in atto la prevenzione secondaria. Il 20% delle osteoporosi etichettate come primarie in realtà sono secondarie. La terapia è differente a seconda della causa individuata. L’osteoporosi primaria o senile richiede un trattamento col farmaco adeguato al caso in questione, «non è etico risparmiare sulla terapia perché il paziente è anziano, deve beneficiare del miglior trattamento possibile». Vi sono due tipi di trattamento attraverso farmaci antiriassorbitivi o anabolizzanti. Nel prossimo futuro sarà in commercio un farmaco a cavallo delle due categorie. Va scelto a seconda della situazione del paziente, della presenza di altri problemi, del rischio di nuove fratture. Il paziente anziano richiede un trattamento più aggressivo, i costi sanitari e sociali legati alla frattura del femore sono enormi. Tutte le terapie sono approvate in associazione con calcio e vitamina D.

Dott.ssa D’Amelio