Anatomia microscopica

Struttura della tuba uterina (o salpinge)

La parete della tuba uterina (o salpinge, o tromba di Falloppio, od ovidutto) è costituita, dall’interno verso l’esterno, da una tonaca mucosa e da una tonaca muscolare connessa con il rivestimento sieroso peritoneale tramite uno strato sottosieroso.

La tonaca mucosa si solleva nelle pieghe uterine ed è costituita da un epitelio di rivestimento e da una lamina propria.

  • L’epitelio di rivestimento è di tipo cilindrico semplice ed è costituito da vari tipi di cellule la cui prevalenza varia a seconda delle fasi del ciclo mestruale. Si distinguono: cellule ciliate, cellule intercalari chiare secernenti, cellule intercalari scure a clava (o a bastoncino) e cellule basali di rimpiazzo.Struttura della tuba uterina
    • Le cellule ciliate sono particolarmente numerose nelle porzioni infundibolare e ampollare e nella fase estrogenica del ciclo mestruale; sono caratterizzate dalla presenza all’apice di un corredo di ciglia vibratili il cui movimento, diretto dall’ostio addominale verso l’utero, favorisce la progressione dell’uovo. Nelle porzioni intramurale e istmica, invece, il movimento è diretto sia verso l’utero sia verso l’ovaio. Questa alternanza di battito ciliare facilita la progressione dell’uovo e degli spermatozoi nei due sensi, rispettivamente. La presenza di cellule ciliate è strettamente dipendente dall’attività endocrina dell’ovaio. In soggetti castrati l’epitelio tubarico va incontro ad atrofia con scomparsa delle cellule ciliate, che ricompaiono in seguito a somministrazione di estrogeni. Dopo la menopausa l’epitelio tubarico diviene notevolmente basso e povero di cellule ciliate. Oltre che il numero, anche l’altezza di tali cellule varia nelle diverse fasi del ciclo: alte 30 µm al momento dell’ovulazione (picco della fase estrogenica), hanno altezza dimezzata al termine del ciclo. All’esame ultrastrutturale, tali cellule presentano un apparato di Golgi e un reticolo endoplasmatico poco sviluppati.
    • Le cellule intercalari chiare secernenti prevalgono nella fase progesteronica del ciclo. Esse producono un secreto PAS-positivo, di natura glicoproteica, contenente una certa quantità di acido sialico. All’esame ultrastrutturale presentano un apparato di Golgi e un reticolo endoplasmatico molto sviluppati.
    • Le cellule intercalari scure a clava (o a bastoncino) si rinvengono tra le cellule secernenti nella parte finale della fase progestinica. Sono numerose, sottili, ipercromatiche, la cui porzione apicale slargata sporge nel lume. Alcune di queste cellule possono essere espulse in toto nel lume, rappresentando così una specie di secrezione olocrina. Si tratta probabilmente di elementi esauriti dato che all’esame ultrastrutturale presentano scarso citoplasma, povero di organuli, con cromatina molto addensata.
    • Le cellule basali sono elementi di rimpiazzo, numerosi nei primi giorni della fase proliferativa e destinati a sostituire gli elementi perduti nella fase desquamativa del precedente ciclo.
  • La lamina propria forma la parte assiale delle pliche e connette la mucosa alla tonaca muscolare senza interposizione di una sottomucosa. È formata da connettivo piuttosto denso con scarse fibre elastiche. I fibroblasti, come quelli della mucosa uterina, possono trasformarsi in cellule deciduali in caso di gravidanza tubarica. L’asse delle pliche è percorso da ampi capillari linfatici.

La tonaca muscolare è costituita da due strati mal distinti, uno interno ad andamento spirale ed uno esterno con fibre disposte prevalentemente in senso longitudinale. Lo spessore della tonaca muscolare aumenta progressivamente in direzione dell’utero. La contrazione peristaltica della muscolatura tubarica contribuisce notevolmente ai movimenti degli spermatozoi e dell’uovo. Essa è massima al momento dell’ovulazione in quanto risulta stimolata dagli estrogeni mentre è inibita dal progesterone.

Lo strato sottosieroso connette la muscolatura al rivestimento peritoneale. È formato da connettivo lasso con numerosi vasi sanguigni.

La tonaca sierosa, formata dal peritoneo, consiste di un mesotelio e di uno strato sottomesoteliale, di natura connettivale.

Struttura della tuba uterina

Tube uterine di donna. (Colorazione Mallory Azan). Sono deputate: a raccogliere l’ovocito caduto nella borsa ovarica in seguito a deiscenza del follicolo, a convogliarlo verso l’utero e, inoltre, permettono la risalita degli spermatozoi dall’utero, in quanto in esse avviene la fecondazione. La superficie interna della tuba è percorsa da pieghe longitudinali della tonaca mucosa per cui il lume appare molto irregolare ed è detto labirinto (l). L’epitelio è di tipo batiprismatico semplice e poggia su di una lamina propria (lp) connettivale. All’esterno vi è una tonaca muscolare (TMu) organizzata in due strati: interno circolare ed esterno longitudinale. Infine una tonaca sierosa (TS) data dal peritoneo.

Tuba uterina

Particolare dell’immagine precedente visto a maggiore ingrandimento. (Colorazione Mallory Azan).
Nella porzione ampollare la tonaca mucosa sollevata in pieghe longitudinali anastomizzate, forma lacune intercomunicanti e si viene a creare una zona detta labirinto (l). L’epitelio (E) di rivestimento è batiprismatico con cellule ciliate (prevalgono nella prima metà del ciclo mestruale) e cellule secernenti (prevalgono nella seconda metà del ciclo ed in gravidanza) e poggia su di una lamina propria connettivale (lp). Segue verso l’esterno una tonaca muscolare (TMu) e la tonaca sierosa.

Epitelio della tuba uterina

Particolare dell’immagine precedente a maggiore ingrandimento (Colorazione Mallory Azan).
Ben evidente l’epitelio (E) batiprismatico semplice ove sono presenti cellule ciliate, cellule secernenti e cellule basali.

Ampolla della salpinge

Vi si apprezza la tipica configurazione interna dell’organo nella porzione ampollare.
La tonaca mucosa è ripetutamente sollevata in pieghe ramificate. Il lume quindi è ridotto ad una serie di fessure limitate dalle pieghe stesse a formare il labirinto (l). Visibile l’epitelio (E). (Colorazione ematossilina eosina).

Mucosa tubarica

Fonte: Istituto di anatomia umana normale università degli studi di Bologna

Articolo creato il 4 agosto 2011.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.