Istologia,  Tessuto osseo

Cellule del tessuto osseo

Nelle ossa in accrescimento si distinguono quattro tipi cellulari:

Normalmente, nella formazione dell’osso, le cellule mesenchimali si differenziano in cellule osteoprogenitrici che proliferano attivamente e si trasformano in osteoblasti; questi ultimi, dopo aver deposto la sostanza ossea, si trasformano in osteociti.
Gli osteoclasti appartengono ad una linea cellulare diversa da quella degli osteoblasti ed osteociti in quanto discendono dalla cellula staminale emopoietica.
Nel periostio e nell’endostio, al termine dei processi osteoformativi, lo strato epitelioide di osteoblasti attivi si trasforma in uno strato di cellule osteoprogenitrici, quiescenti. Questo cambiamento morfologico e funzionale reversibile è definito modulazione in contrapposizione alla differenziazione che comporta una trasformazione più stabile.
Nella vita postnatale permangono nel periostio e nell’endostio cellule mesenchimali indifferenziate, pluripotenti, le quali possono differenziarsi in risposta ad appropriati stimoli (fratture, ossificazione metaplastica).
Nel periostio e nell’endostio, una volta ultimati i processi osteogenici, gli osteoblasti perdono la basofilia citoplasmatica, assumono forma fusata e diventano indistinguibili dalle comuni cellule connettivali. Pur essendo verosimile che siano questi osteoblasti quiescenti a riassumere funzioni osteogeniche nel corso di riparazioni di fratture, non è possibile escludere che altri tipi cellulari meno differenziati (fibroblasti o anche cellule mesenchimali residue) partecipino al processo osteoformativo. Questa eventualità diventa ancora più probabile nella formazione di osso in territori insoliti dell’organismo adulto che sono sicuramente privi di osteoblasti residui (ossificazione metaplastica o ectopica), come nella parete delle arterie sclerotiche, nella pelvi renale, nei tendini e nei loci calcificati dei polmoni. Probabilmente, in queste condizioni ambientali alterate, i fibroblasti o cellule mesenchimali indifferenziate, residuati dall’embrione, possono differenziarsi in osteoblasti.

Articolo creato il 3 marzo 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.