Istologia

  • Istologia,  Tessuto osseo

    Rimodellamento dell’osso periostale

    L’osso periostale è inizialmente costituito da fibre intrecciate che delimitano cavità irregolari occupate da vasi sanguigni e da tessuto connettivo (osso spugnoso primario). Successivamente l’osso spugnoso è sostituito da osso compatto con la caratteristica architettura. La trasformazione dell’osso spugnoso in osso compatto avviene per un processo noto come rimodellamento (o rimaneggiamento); questo consiste in un lento riassorbimento associato a deposizione di nuovo tessuto osseo che gradualmente assume la disposizione lamellare a strati caratteristica dell’osso compatto. Nel processo di rimaneggiamento si possono riconoscere due stadi: In una prima fase, gli spazi vascolari delimitati da trabecole dell’osso spugnoso primario sono progressivamente invasi ed obliterati da tessuto osteogenico che deposita via via nuovi…

  • Istologia,  Tessuto cartilagineo

    Tessuto cordoide

    Il tessuto cordoide è una particolare forma di tessuto con funzione di sostegno che costituisce la notocorda (o corda dorsale). Nell’uomo adulto, inoltre, il tessuto cordoide è rappresentato dal nucleo polposo del disco intervertebrale, che è un vestigio della notocorda. Il tessuto cordoide consiste in grosse cellule vescicolose, accostate le une alle altre senza o quasi interposizione di sostanza intercellulare, e ripiene di un materiale fluido ricco in glicogeno. Il tessuto notocordale ha un’origine embrionale diversa da quella della cartilagine e degli altri tessuti connettivi. Articolo creato il 3 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Istologia

    Metodo di Dominici

    I coloranti utilizzati nel metodo di Dominici sono l’eritrosina ed il blu di metilene. Le emazie assumono tonalità giallo-aran­cione, le granulazioni dei leucociti eosinofili si mostrano rosse, quelle dei leucociti neutrofili violacee e quelle dei leucociti basofili blu scure, infine il collageno si rivela rosso vivo. Articolo creato l’8 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Istologia,  Tessuto epiteliale

    Specializzazioni della superficie libera

    La superficie libera delle cellule degli epiteli cilindrici a funzione assorbente (ad esempio, dell’intestino o del tubulo prossimale del rene) presenta sottili propaggini cellulari di forma cilindrica denominate microvilli che corrispondono all’orletto a spazzola o orletto striato visibile col microscopio ottico. Ogni microvillo ha in media un diametro di 80 nm e, poiché una singola cellula può formarne alla sua superficie circa 2000, la superficie libera assorbente dell’epitelio risulta notevolmente aumentata. Il citoplasma all’interno dei microvilli contiene un fascio di microfilamenti actnici che decorrono longitudinalmente e si connettono alla base dei microvilli stessi con la trama terminale. Le cellule epiteliali dell’epididimo e dei condotti deferenti sono ricoperte da sottili propaggini…

  • Istologia,  Tessuto osseo

    Ossificazione delle ossa corte

    Lo sviluppo delle ossa corte è simile a quello delle epifisi delle ossa lunghe. L’ossificazione endocondrale inizia nel centro della cartilagine ialina e si estende in tutte le direzioni determinando la sostituzione dell’abbozzo cartilagineo con osso spugnoso. L’osso spugnoso encondrale viene quindi rivestito da uno strato di osso compatto di origine periostale, ad eccezione delle superfici articolari che rimangono cartilaginee. Articolo creato il 4 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Miofilamenti spessi del tessuto muscolare striato

    I miofilamenti spessi occupano l’intera banda A determinandone la lunghezza; sono paralleli tra loro e distano 45 nm l’uno dall’altro. Sono più grossi nella parte centrale, dove appaiono muniti di ponti trasversali che nel loro insieme costituiscono la linea scura M. I filamenti spessi misurano 15 nm di spessore e 1,5 µm di lunghezza.

  • Istologia,  Tessuto epiteliale

    Citoscheletro

    Le cellule di molti tipi di epitelio rappresentano filamenti citoplasmatici di 6-8 nm di spessore che appartengono a due categorie distinte sia dal punto di vista morfologico che di quello chimico e funzionale.

  • Istologia

    Metodi di Cajal e di Hortega

    I metodi di Cajal e Hortega sono tilizzati per per lo studio della glia; sono tecniche d’impregnazione con sali metallici che vengono poi ridotti. Nel metodo di Cajal si fa uso di una soluzione di cloruro d’oro e di sublimato, in quello di Hortega di una soluzione ammoniacale di carbonato di argento. Con il primo metodo le cellule della nevroglia assumono una tonalità rosso-porpora, mentre i neuroni appalesano un colorito rosa o viola chiaro; con il secon­do metodo la tonalità delle cellule gliali è scura, nerastra. Metodo di Cajal (fonte: Dipartimento di Anatomia Istologia e Medicina Legale, Università degli Studi di Firenze) Articolo creato l’8 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi…

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Actina

    L’actina è una proteina filamentosa (si parla appunto di F-actina) di 1 µm di lunghezza capace di legarsi alla miosina dei miofilamenti spessi. È costituita da due catene avvolte l’un l’altra a formare una struttura ad elica destrorsa con un passo di circa 36 nm. Ogni catena è composta di monomeri globulari di G-actina aventi diametro di 5,5 nm (G sta per “globulare”). L’elica va incontro a mezzo giro ogni 7 monomeri di G-actina. Le molecole di G-actina non sono simmetriche; ciascuna si comporta come se avesse un “fronte” rivolto verso la parte centrale del sarcomero ed un “retro” orientato nella direzione opposta. Poiché le molecole di G-actina sono associate…

  • Istologia

    Coltura di tessuti

    La coltura di tessuti permette di osservare e studiare in condizioni favorevoli cellule viventi. La coltura dei tessuti in vitro consiste nel mantenere in vita cellule singole o frammenti di tessuti o di organi al di fuori dell’organismo al quale appartengono. Tali cellule sono in grado di sopravvivere ed anche dividersi se vengono incubate in un mezzo nutritivo adatto (con pressione osmotica e pH ottimali, nonché con presenza di mezzi nutritivi di opportuna composizione), in condizioni ottimali di temperatura (in genere 37 °C) ed in assenza di contaminazione batterica (tramite sterilizzazione o utilizzazione di materiale monouso). I mezzi nutritivi impiegati si distinguono in naturali e sintetici.