Farmacologia e tossicologia clinica

Fattori che influenzano la distribuzione di un farmaco

I fattori che influenzano la distribuzione dei farmaci sono:

Età Con l’avanzare dell’età il tessuto adiposo aumenta e quindi per i farmaci liposolubili si può avere un aumento del volume di distribuzione, Vd, (anche se teorico e non reale). Al contrario, si ha una correlazione negativa per i farmaci idrosolubili in quanto la quantità d’acqua diminuisce con l’età.

Patologie Epatopatie, nefropatie, ecc. causano una riduzione delle capacità di legame a causa di ipoglobulinemia, presenza di metaboliti endogeni che possono spiazzare, ipoalbuminemia.

Gravidanza Il farmaco può essere assorbito dal feto, quindi è ridotta la sua distribuzione negli organi bersaglio della madre.

Perfusione Nell’organismo ci sono regioni ad elevata perfusione in cui si ha il raggiungimento immediato della stessa concentrazione plasmatica (tra questi: cuore, cervello, fegato e reni; rappresentano il 7,3% del peso corporeo e ricevono un flusso di 4 l/min pari a 70% della gittata cardiaca). Il farmaco vi arriva in maniera molto rapida e raggiunge concentrazioni abbastanza elevate.
I tessuti a perfusione lenta sono muscoli e cute che rappresentano il 54% del peso corporeo e ricevono un flusso di 1,3 l/min pari al 23% della gittata cardiaca.
Il tessuto adiposo è poco perfuso ed è irrorato da un flusso di 0,15 l/min pari al 3% della gittata. Variazioni della perfusione si possono ottenere in stati patologici in cui si può trovare il paziente.

Liposolubilità e idrosolubilità Sono caratteristiche importanti che permettono di valutare la permeabilità della membrana e che porta alla considerazione del deposito di questi farmaci in distretti con le stesse caratteristiche idro- o liposolubili.

Legame con tessuti Oltre a legami con le proteine plasmatiche, i farmaci possono costituire legami con i tessuti. Il legame con i tessuti può essere semplicemente una condizione di deposito (come avviene per le proteine), ma talvolta questo legame è responsabile dell’effetto farmacologico o dell’effetto tossico. Per esempio:

  • Le tetracicline si legano a livello dei tessuti calcificati deformandoli.
  • L’arsenico si va a depositare a livello della cheratina e per questo continua ad essere sfruttata nelle indagini tossicologiche. Esso si va a depositare a livello dei peli e dei capelli e con la crescita del capello si vede bene l’alterazione dal bulbo in poi, quindi si può fare un’analisi dei capelli per verificare se la morte è sopravvenuta per avvelenamento da arsenico. Anche in questo caso si ha un aumento del Vd che, però, è un volume di distribuzione apparente in quanto il Vd è la quantità di fluido in cui queste sostanze si possono andare a distribuire; in questo caso, però, si stanno considerando dei sistemi di distribuzione che non sono fluidi, in cui, comunque, si verificano queste variazioni di distribuzione secondo le caratteristiche del farmaco stesso. L’accumulo di farmaco nel tessuto prolunga l’azione del farmaco nel tessuto stesso o in un sito lontano.
  • Sull’actina e sulla miosina si va a depositare la digossina.
  • In presenza della metallotioneina a livello dei reni si ha il deposito di proteine metalliche contenenti piombo, ferro, rame che si deposita all’interno delle arterie.
  • A livello dei polmoni vi sarà un accumulo di amine basiche come l’erbicida paraquat ed altri antimicotici.
  • La ligandina a livello del fegato porta al deposito di sostanze cancerogene o di bilirubina non coniugata.
  • Gli antitumorali si vanno a legare al DNA.
  • Clorachina, cocaina e fenotiazine si depositano su organi ricchi in melanina con effetti tossici sul SNC e retinopatie.

Legame con le proteine plasmatiche Le membrane dei capillari non permettono il passaggio di sostanze il cui peso molecolare superi un certa grandezza; di conseguenza farmaci legati alle proteine plasmatiche non sono distribuiti o c’è un rallentamento della loro distribuzione dato che il farmaco deve prima scindersi dalla proteina per poter essere veicolato negli altri distretti. Le proteine plasmatiche influenzano maggiormente i processi di tipo passivo, molto meno quelli di tipo attivo che sono mediati da carrier.

Articolo creato il 01 marzo 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.