Medicina legale

Lesioni viscerali

Le lesioni viscerali sono lesioni contusive (profonde) che si rilevano più spesso nei casi di politraumatismi o comunque a seguito di traumi contusivi di notevole entità. Si tratta di lesioni prodotte al di sotto dello strato adiposo sottocutaneo e determinate da forze di compressione, trazione, torsione, ecc.. Rientrano in questa categoria ernie, lussazioni, ptosi, dislocazioni di organi, lacerazioni parenchimali, nervose e vascolari, ematomi, ecc..
Tali lesioni possono essere in rapporto causale con il trauma contusivo o, in rap­porto concausale in caso di pre-esistenze patologiche (neoplasie, osteoporosi, aneuri­smi, epatopatie). Esiste inoltre una serie di condizioni favorenti fisiologiche quali la minore elasticità dei tessuti tipica dei soggetti anziani, ovvero lo stato di replezione degli organi cavi (ad esempio, utero gravidico, vescica e stomaco repleti).
Di facile riscontro sono le lesioni epatiche per traumi diretti ovvero lesioni polmonari, cardiache, spleniche per traumi diretti variamente associati a concomitanti fratture costali.
Le lacerazioni a carico degli organi dotati di ili (fegato, reni e polmoni) o di orga­ni o strutture sessili (cuore, arco aortico) possono verificarsi per meccanismo lesivo indiretto in seguito a fenomeni di accelerazione/decelerazione, a causa della violenta trazione prodotta dalla brusca decelerazione. Nei precipitati, a causa delle violente forze di trazione alle quali sono sottoposti gli organi dotati di ilo, si possono osservare lacerazioni parenchimali di fegato, polmoni, milza, reni e aorta.
Rara la lacerazione del pancreas dovuta generalmente ad un meccanismo indiretto per compressione contro i corpi vertebrali retrostanti.
Non sempre le lesioni viscerali danno evidenza immediata di sé; è il caso di ricor­dare la lacerazione “in due tempi” della milza, foriera di problematiche medico-legali, sia per la determinazione del nesso di causalità con il trauma sia per eventuali rilievi in tema di responsabilità medica. Essa si caratterizza per la lacerazione parenchimale della milza con conseguente emorragia inizialmente contenuta all’interno della capsula integra e successivamente estesa all’interno del cavo addominale per rottura della capsula; dal punto di vista clinico si determina un passaggio improvviso da un quadro semeiologicamente silente ad un quadro di shock emorragico-ipovolemico.
Analogamente, possono creare problemi in tema di nesso causale anche le lacera­zioni post-traumatiche in due tempi dell’aorta, caratterizzate da una primitiva fissurazione incompleta dell’intima e quindi dall’eventuale successiva lacerazione com­pleta a distanza di tempo della media con conseguente pseudocoartazione aortica o emorragia (e shock emorragico-ipovolemico) se si lacera anche la tonaca avventizia.
Il meccanismo lesivo può essere: trazione, flessione, torsione assile, scoppio esplosivo.
La lesione può essere:

  • Diretta, quando sottostante al punto di applicazione della forza.
  • Indiretta, quando la lesione è distante dalla sede contusa (ad esempio, danno agli organi toracici per compressione dell’addome).
  • Da contraccolpo, quando la lesione si trova in posizione diametralmente opposta a quella dell’applicazione della forza (ad esempio, lesioni encefaliche da contraccolpo).

Articolo creato il 22 gennaio 2014.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.