Medicina legale

Modalità d’indagine del sopralluogo medico-legale

Le indagini di sopralluogo medico-legale dovranno limitarsi a un’accurata descrizione; quando vi è il rischio di modificazioni le indagini dovranno arrestarsi e dovrà essere avvertito sempre il Pubblico Ministero, a meno che non vi sia la certezza o il rischio imminente di alterazioni dei reperti che imponga una loro immediata acquisizione (ad esempio, prelievo di tracce ematiche situate in un luogo aperto e non riparabili in caso di pioggia imminente, ovvero il rilievo della tempera­tura ambientale e rettale di un cadavere, che deve essere il più precoce possibile) al fine di acquisire dati importantissimi senza correre il rischio di nullità.
Anzitutto si dovrà impedire l’accesso di estranei sul luogo dell’indagine, recintan­do e presidiando l’area interessata.
Inizia poi la fase dei rilievi, che è la fase fondamentale dell’indagine e della quale dovrà essere redatto un apposito verbale, in cui dovranno essere riportati anzitutto con precisione il luogo, l’orario e il personale intervenuto. Nel verbale dovranno essere poi annotati tutti gli elementi di un qualche significato, a cominciare dai dati ambientali (luogo aperto o chiuso, condizioni meteorologiche se all’aperto, presenza di impianti di riscaldamento o condizionamento funzionanti se al chiuso) e non tralasciando nessun altro elemento, anche se apparentemente non coerente con gli altri. L’annotazione nel verbale deve avvenire in modo certosino: non dovrà essere semplicemente segnalata la presenza di un reperto, ma ne dovrà essere data un’accurata descrizione, non prescindendo da una completa misurazione (ad esempio non ba­sterà dire che in una stanza c’è un tavolo, ma dovrà essere descritto il materiale da cui sono composti il piano e le gambe, dovranno essere misurate le dimensioni, ecc.) e dalla sua esatta collocazione nello spazio attraverso la misurazione della distanza da almeno tre punti fissi (ad esempio dalle pareti) per permettere una sua esatta ricollocazione nello spazio in caso di successivo spostamento.
Dovranno essere aggettivati i colori, usando termini conosciuti da tut­ti, (rosso chiaro, rosso scuro e non rosso Magenta), ecc.; anche le dimensioni dovranno essere rilevate con il metro e con il calibro: non ha senso dire macchia delle dimensioni di una moneta di un euro, e questo per due motivi: il verbale potrebbe essere esaminato da chi non conosce le dimensioni della moneta di un euro, ovvero la mo­neta potrebbe essere stata modificata.
Fondamentali per la completezza della documentazione dell’indagine sono la riproduzione dei reperti con immagini fotografiche e riprese con videocamera: tali apporti dovranno però essere considerati solo come aggiuntivi, ma non possono essere sostitutivi del verbale, per due ordini di motivi: il primo di ordine metodologico, in quanto non misurare direttamente e non annotare limitandosi a rimandare alle foto o ai filmati, può portare (anzi, porta sicuramente) a trascurare, e quindi a perdere una buona parte dei reperti; vi è poi da dire che la riproduzione fotografica, così come le immagini di un video, non consente l’esatto apprezzamento delle dimensioni dei re­perti (in primis delle lesioni su superfici curve, quali la testa, gli arti, il torace) in quanto risultano appiattiti essendo le immagini bidimensionali.
La massima attenzione deve essere posta per il materiale biologico, di cui non possiamo dare una definizione sbrigativa: ad esempio, non si può dire “traccia di sangue” e basta. Anzitutto non si può avere la certezza, specie in presenza di tracce non recenti, che si tratti di sangue, in quanto potrebbe trattarsi di vernice o di ruggi­ne; anche se si tratta di sangue poi non è detto che sia umano, e infine potrebbe non appartenere alla presunta vittima.

Dopo il rilievo delle tracce, fondamentale è il prelievo dei reperti per il successivo esame. Sia il prelievo che la conservazione devono essere effettuati con la massima attenzione, avvisandone le parti e garantendo una accurata catena di custodia, al fine di evitare contaminazioni accidentali o manipolazioni volontarie.
Il prelievo del materiale deve essere effettuato da personale specializzato: a titolo di esempio il sangue fresco può essere prelevato mediante assorbi­mento su una garza e poi lasciato essiccare, mentre nel caso di sangue secco si può procedere al raschiamento della macchia, anche se ideale sarebbe prelevare tutto il materiale interessato (coltelli, bastoni, ecc.), procedura da effettuarsi comunque quando il sangue si trovi su materiale poroso (sabbia, pietre porose) che lo ha assorbito.
Tutto il materiale deve avere un’idonea conservazione anche per evita­re che si alteri; saranno poi effettuate le indagini da laboratorio più appropriate, po­nendo sempre attenzione alle garanzie per la difesa e le parti offese.

Cadavere Il cadavere, nei casi di morte sospetta, è l’elemento centrale delle indagini, ma non deve essere l’oggetto esclusivo dell’attenzione, in quanto si correrebbe il rischio di trascurare altri reperti. Essenziale è la descrizione della posizione, quindi degli indumenti visibili con particolare riferimento alla presenza di imbrattamento di sangue o altro materiale, di fori e lacerazioni, di tracce di pneumatici, ecc.. Per quanto possibile si dovrà prendere nota del grado raggiunto dai fenomeni postmortali (in primis la temperatura corporea, unitamente a quella ambientale). Si dovrebbe fare poi una sommaria descrizione delle lesioni, ma senza spogliare il cadavere e senza lavarlo. È importante che il medico legale sia presente anche alla rimozione del cadavere, per valutare i reperti presenti sotto al corpo (per esempio, proiettili fermati dal terreno) e la presenza di larve di insetti anche sul terreno.

Sangue Il sangue è la traccia biologica per eccellenza, di cui è fondamentale la descrizione. Anzitutto si deve distinguere tra sangue secco e sangue fresco, quindi indicare se si tratta di macchia (quando è stato assorbito dal materiale sottostante, ad esempio tes­suto) o di incrostazione (quando è stratificato e seccato su materiale non poroso), si deve indicarne il colore esatto, elemento che può dare qualche indicazione per la datazione, anche se su quest’ultimo aspetto vi sono ancora molte incertezze; d’altra parte anche i metodi di laboratorio per datare le macchie di sangue sono allo stadio sperimentale.
In base alle forma è possibile distinguere:

  • Gocce cadute dall’alto, di forma pressoché sferica se colpiscono perpendicolar­mente un piano orizzontale; in base alla forma si è cercato di stabilire l’altezza di caduta, rilevando che crescendo la distanza compaiono fini irregolarità dei margini o addirittura goccioline satelliti.
  • Pozze costituite da raccolte ematiche per copiosa emorragia, di solito sotto o comunque in stretta vicinanza col cadavere.
  •  Schizzi di sangue, originati dalla fuoriuscita attiva del sangue dai vasi; sono conformati a clava o a punto esclamativo, con la parte più larga nel punto di im­patto con la superficie e con la parte più stretta che si prolunga nella direzione dello schizzo.
  • Striature, tracce secondarie derivanti da pozze e raccolte in conseguenza dello spostamento del cadavere.

Importante è anche il rilievo di eventuali impronte di scarpe di chi potrebbe aver calpestato tracce di sangue fresco.
È molto difficile eliminare completamente il sangue da un luogo ove è avvenuto un delitto: spesso si assiste al tentativo di lavare pavimenti e pareti, ma qualche trac­cia resta sempre (in questo caso può essere importante anche esaminare gli stracci usati per pulire). Tracce molto piccole possono essere evidenziate mediante l’utilizzo del luminol (mette in evidenza la reazione tra carbonato di sodio e gruppo eme), una sostanza chimica che peraltro può dare dei falsi positivi.

Sperma Sono tracce variabili: dal liquido ritrovabile all’interno di profilattici a incrosta­zioni su materiale impermeabile e imbrattamenti sugli indumenti, ricercabili anche con l’osservazione con la lampada di Wood a luce ultravioletta.

Capelli e altre formazioni pilifere Devono essere sempre prelevati, anche se sarebbe fondamentale fosse presente il bulbo pilifero, in quanto l’esame morfologico di peli e capelli è poco significativo, mentre dai bulbi piliferi è possibile ricavare il DNA.

Saliva Le tracce di saliva non sono evidenti macroscopicamente e possono essere ricer­cate su mozziconi di sigaretta, ma anche su tazzine e bicchieri, e da esse è possibile ricavare il DNA.

Altro materiale biologico A seconda della natura dell’evento si può ritrovare altro materiale biologico, ad esempio nei traumatismi importanti si possono rinvenire frammenti ossei, parti di encefalo e di altri tessuti molli; nel caso in cui vi sia stata una colluttazione si devono ricercare tracce biologiche dell’aggressore sulla vittima (ad esempio, frammenti di cute sotto le unghie). Nel caso di rinvenimento di feti o neonati è importante ricer­care la placenta, ecc.. Importanti sono anche le tracce di feci, urine e sudore.

Impronte digitali Il rilievo delle impronte digitali è stretta competenza della polizia scientifica; si possono ricavare da vari substrati e dal cadavere (con particolari accorgimenti in presenza di fenomeni putrefattivi).

Reperti non biologici Sono i più vari, e necessitano della collaborazione di altri specialisti: residui di polvere da sparo, tracce di frenata di autovetture, frammenti di vernice e di fanali, siringhe e altro materiale utilizzato per l’assunzione di stupefacenti etc..

Terminate le prime indagini, infine, i luoghi dovrebbero essere custoditi per un idoneo periodo di tempo, al fine di permettere eventuali nuovi sopralluoghi.

Articolo creato il 6 gennaio 2014.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.