Anatomia,  Apparato cardiovascolare

Vena ascellare

Il circolo venoso refluo dell’arto superiore si attua mediante due sistemi distinti di vasi: le ve­ne profonde, satelliti delle corrispondenti arte­rie e decorrenti nelle logge intermuscolari, e le vene superficiali, situate nel sottocutaneo e indi­pendenti dalla ramificazione arteriosa.
La vena ascellare che si forma per la con­fluenza delle due vene brachiali, vene principali del circolo profondo, e riceve anche lo sbocco della vena cefalica, importante vaso del circolo venoso superficiale, è il primo tron­co venoso nel quale confluisce tutto il sangue refluo dall’arto superiore ed è pertanto da considerare la vena distrettuale di raccolta del cir­colo venoso dell’arto superiore.
Per l’apporto dei rami affluenti, nel suo de­corso in sede ascellare, riceve sangue anche da alcune formazioni della spalla e del torace (arti­colazione scapolo-omerale, muscoli della spalla e toracoappendicolari, linfonodi ascellari, cute della regione pettorale, mammella).

La vena ascellare si forma in corrispondenza del margine inferiore del mu­scolo grande pettorale per la confluenza delle due vene brachiali.
Decorre nel cavo dell’ascella, prima medialmente al­l’arteria con l’interposizione del nervo mediano e del nervo ulnare, poi ventralmente e più dappresso a quella. A livello del margine laterale della 1a costa continua a pieno canale con la venasucclavia. Presenta rapporti analoghi a quelli dell’arteria.
Connessioni con la fascia coracoclavicolare la mantengono beante. Ha un calibro medio di 10 mm e parete spessa, provvista di contingenti muscolari ad andamento circolare e, nell’adul­to, anche longitudinale. È provvista di valvole.

Rami affluenti della vena ascellare sono:

  • Ve­ne satelliti dei rami collaterali dell’arteria ascel­lare.
  • Vena cefalica.

Articolo creato il 26 agosto 2011.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.