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Echolaser per il trattamento del tumore alla prostata e dell’ipertrofia prostatica benigna

Il tumore alla prostata è la neoplasia più diffusa nell’uomo. La tecnologia in soccorso per il trattamento chirurgico.
Un innovativo laser – introdotto presso l’Ospedale San Carlo di Nancy di Roma – permette di conservare le funzioni urinarie e sessuali nel 100% dei casi

 Sono 6 milioni gli italiani che soffrono di IPB – Ipertrofia Prostatica Benigna e il tumore alla prostata rappresenta il 20% delle neoplasie che affliggono la popolazione maschile, con un’incidenza maggiore nella fascia over 50.

Novembre è il mese della prevenzione delle patologie prostatiche: una corretta prevenzione è infatti la prima arma per sconfiggere la malattia. Una diagnosi precoce, unitamente all’utilizzo di tecnologie sempre più radicali e poco invasive, permette un trattamento efficaci nel 91% dei casi.

Una delle ultime novità in fatto di tecnologie d’avanguardia è l’Echolaser, un sistema microinvasivo non chirurgico per il trattamento del tumore alla prostata e dell’IPB introdotto presso l’Ospedale San Carlo di Nancy, struttura di Roma accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale.

“EchoLaser implementa le possibilità di trattamento della patologia prostatica – spiega il prof. Pierluigi Bove, responsabile dell’UO di Urologia all’Ospedale San Carlo di Nancy –. Questo sistema, grazie alla sua interfaccia, permette di pianificare nei minimi dettagli l’intervento e di avere un controllo real-time del trattamento. Molti uomini giovani che dovrebbero affrontare l’intervento si rifiutano di affrontarlo per paura di perdere la funzionalità urinaria e sessuale. Con EchoLaser l’intervento percutaneo, non chirurgico, è microinvasivo, con atraumaticità per il paziente e permette di preservare la funzione erettile e la continenza nella totalità dei casi. Il più grande vantaggio invece riscontrato nelle procedure per l’ipertrofia benigna è la possibilità di conservare l’eiaculazione nella totalità dei casi. Non vi è anestesia generale, bensì locale con un ritorno alla quotidianità estremamente rapido a poche ore dall’intervento”.

L’intervento con il sistema EchoLaser

L’intervento è microinvasivo, avviene per via percutanea e consente, tramite l’introduzione attraverso la cute del perineo di due piccoli aghi del diametro di 0,8 mm, di trattare la prostata senza intaccare la via urinaria.

Il sistema è un innovativo laser interstiziale a diodi, il cui raggio produce un effetto di cavitazione all’interno dell’organo. È composto da un ecografo, un modulo laser multi-sorgente e l’interfaccia per la pianificazione e il monitoraggio “real-time” della procedura. Grazie alla guida ecografica e al software di pianificazione dell’intervento il medico posiziona in maniera rapida e sicura più applicatori della luce laser contemporaneamente e monitora in tempo reale l’azione del fascio di luce sull’area da trattare.

Il fascio di luce emesso dalla fibra laser riscalda a temperature altissime e produce un effetto denominato necrosi coagulativa, consentendo di eradicare la patologia e permettendo al tessuto sano di autoripararsi.

“Ci auguriamo che questa eccellente possibilità terapeutica possa contribuire a modificare la percezione dei pazienti, soprattutto di quelli più giovani, nei confronti di un intervento spesso evitato nel timore di modificare la propria vita sessuale” commenta il prof. Bove.

Il percorso Urologico dell’Ospedale San Carlo di Nancy

Presso l’Ospedale San Carlo di Nancy è stato strutturato un percorso Urologico che inizia con uno screening precoce e con una visita specialistica che permette di individuare eventuali disturbi che riguardano la via urinaria o disturbi ostruttivo-irritativi.

“In questo contesto, EchoLaser rientra nel percorso di prevenzione che stiamo promuovendo presso l’Ospedale San Carlo di Nancy – spiega il prof. Bove –, in cui il paziente che giunge in ospedale, si sottopone in primis ad una visita specialistica ed esegue il dosaggio del PSA; in questa sede vengono valutati eventuali sintomi urinari e siamo così in grado di procedere ad una diagnosi precoce, anche attraverso l’uso dell’ecografia prostatica transrettale o della Risonanza Magnetica. Successivamente, qualora ci sia il sospetto di lesioni, viene effettuata una biopsia fusion, esame che, grazie alla sovrapposizione delle immagini della RM e dell’ecografia, permette di individuare al millimetro le aree sospette di tumore. Infine, con EchoLaser siamo in grado di eseguire il trattamento nel punto esatto in cui è presente la neoplasia”.