Farmacologia e tossicologia clinica

Via rettale

La via rettale è una delle vie enterali con cui può essere somministrato un farmaco; L’assorbimento avviene attraverso la mucosa rettale in maniera non ottimale poiché il compartimento rettale ha un’area di assorbimento molto limitata (200 cm2) e vi è la presenza di un muco denso che non favorisce la dissoluzione del farmaco che è somministrato sotto forma di supposte supposte, caratterizzate da un veicolo che ha la caratteristica di sciogliersi liberando il principio attivo alla temperatura corporea. Esistono anche forme liquide che sono i microclismi e i macroclismi.
A livello del retto ci sono le vene emorroidali di cui superiore e media sboccano nel fegato tramite il sistema portale, mentre quella inferiore passa nel circolo sistemico. La via rettale è quindi usata in condizioni particolari per bypassare il fegato; rappresenta, inoltre, un’alternativa alla via orale in caso di vomito, se il paziente non è cosciente, se ci sono malattie che possono portare a modificazioni a livello del tubo gastroenterico, se la sostanza può risentire dell’acidità gastrica, quando la sostanza subisce un metabolismo presistemico molto accentuato, quando ci può essere un sapore non gradevole.
Tale via è usata solo per farmaci da cui ci si aspetta un’azione protratta nel tempo. I più usati sono fenobarbital e acido valproico, usati nell’epilessia; sodio salicilato e altri antinfiammatori come indometacina, naprossene, ketoprofene (soprattutto somministrati di sera per ottenere l’effetto durante la notte) usati nell’artrite reumatoide; tiopentale e metoesitale, utilizzati nella medicazione preanestetica; la teofillina usata nell’asma bronchiale; ergotamina usata principalmente nell’emicrania.
Quando si desidera un’azione abbastanza rapida, invece di usare le forme solide si usano quelle già solubilizzate, in modo da agevolare e velocizzare l’assorbimento (il diazepam è somministrato in bambini che hanno crisi epilettiche evidenti, attraverso microclismi con aggiunta di propilenglicole, acqua ed etanolo). Quindi, per interventi urgenti ed acuti sono utili i clismi, per interventi cronici e poco urgenti sono ideali le forme solide.
I vantaggi di questa via di somministrazione, quindi, sono la possibilità di utilizzo anche in campo pediatrico e in pazienti con alterazioni funzionali gastro-enteriche.
Gli svantaggi sono l’assorbimento imprevedibile (perché non si può sapere quanto farmaco subisce il metabolismo presistemico ad opera del fegato) e l’effetto irritante.

Articolo creato il 17 agosto 2010.
Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.