Istologia

  • Istologia,  Tessuto connettivo

    Tessuto connettivo lasso

    Il tessuto connettivo lasso è il tipo più diffuso di tessuto connettivale. Deriva dal mesenchima, o connettivo embrionale, che è costituito da cellule di forma stellata dotate di vivace attività ameboide immerse in una sostanza amorfa piuttosto fluida. Nel corso della differenziazione le cellule mesenchimali perdono le proprietà ameboidi e diventano fisse, elaborano tutti  costituenti chimici della sostanza amorfa e si trasformano nei vari tipi cellulari del tessuto connettivo. Tra di esse si deposita un intreccio di esili fibre reticolari e successivamente si raccolgono in fasci assumendo le proprietà tintoriali del collagene.  

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Miofilamenti spessi del tessuto muscolare liscio

    Come per la fibra striata, i miofilamenti spessi del tessuto muscolare liscio sono costituiti principalmente dalla proteina miosina che, in questo caso, ha un contenuto pari a solo ¼ rispetto alla fibra muscolare striata. Sono più lunghi rispetto a quelli della fibra muscolare striata, misurando 2,2 µm. I miofilamenti di miosina sono innanzitutto più piccoli rispetto a quelli del muscolo striato perché costituiti da poche decine di molecole di miosina, invece che da centinaia come nel muscolo striato.

  • Istologia,  Tessuto connettivo

    Tessuto connettivo denso (o compatto) irregolare

    Nel tessuto connettivo denso (o compatto) irregolare, i fasci di fibre collagene sono assai più voluminosi e più stipati che nel connettivo lasso e sono accompagnati da estese reti elastiche; gli elementi cellulari sono più scarsi e rappresentati quasi esclusivamente da fibroblasti e pochi macrofagi; la sostanza amorfa è scarsa. Questo tessuto è riscontrabile nel derma, nella capsula fibrosa che avvolge gli organi, nelle guaine dei tendini e dei nervi, nel periostio. Le fibre collagene del derma e della capsula degli organi si continuano direttamente con quelle del tessuto lasso sottostante: tessuto sottocutaneo e tessuto connettivo interstiziale. Articolo creato il 02 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Sarcomero

    Il sarcomero è l’unità strutturale e funzionale della miofibrilla. Rappresenta il segmento di miofibrilla che si estende tra due linee Z successive. Il sarcomero, quindi, comprende una banda A e metà di ciascuna delle due bande I contigue. Questa unità strutturale e funzionale si ripete periodicamente lungo la miofibrilla. Articolo creato l’8 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Istologia,  Tessuto epiteliale ghiandolare

    Ghiandole endocrine

    Le ghiandole endocrine hanno origine dall’epitelio superficiale come cordoni di cellule che proliferano e invadono il tessuto connettivo; successivamente, la connessione con la superficie epiteliale scompare mentre gli elementi che compongono la parte profonda epiteliale si differenziano in cellule endocrine che secernono direttamente nei capillari sanguigni. Le sostanze secrete dalle ghiandole  a secrezione interna sono chiamate ormoni i quali, trasportati dal sangue, influenzano organi situati a distanza (definiti organi bersaglio).

  • Istologia,  Tessuto muscolare

    Fibra muscolare striata scheletrica

    La fibra muscolare striata scheletrica ha la forma di un lungo cilindro di dimensioni elevate: spessore di 10-100 µm e lunghezza che, in alcuni muscoli, può raggiungere alcuni cm. Nella maggior parte dei muscoli le fibre sono però più corte del muscolo al quale appartengono, cioè non si estendono dal tendine di origine a quello terminale ma si congiungono, tramite connettivo interstiziale, con una delle loro estremità ad uno dei tendini e con l’altra ai setti connettivali del perimisio.

  • Istologia,  Tessuto osseo

    Manicotto (o collare) periostale

    Contemporaneamente alle modificazioni della diafisi, e prima che inizi la calcificazione della cartilagine, il pericondrio assume una funzione osteogenica. Alcune cellule dello strato profondo del pericondrio si differenziano in cellule osteoprogenitrici e queste in osteoblasti che depositano attorno alla parte media della diafisi un sottile strato perforato di tessuto osseo, denominato manicotto (o collare) periostale. Quest’ultimo si forma per ossificazione membranosa e diventa progressivamente più spesso via via che l’ossificazione procede.

  • Istologia

    Metodi per la dimostrazione delle proteine

    Le proteine possono essere messe in evidenza con reagenti che formano, con certi gruppi chimici di aminoacidi particolari, prodotti di reazione colorati. Un esempio è la reazione di Millon nel quale il reattivo nitromercurio si combina con i gruppi della tirosina presenti nelle catene laterali formando un precipitato rosso. Articolo creato l’8 marzo 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Istologia,  Tessuto epiteliale ghiandolare

    Ghiandole merocrine sierose, mucinose e miste

    Sulla base della qualità del secreto, le ghiandole merocrine possono essere suddivise in sierose, mucinose e miste. Le ghiandole sierose secernono un liquido chiaro ed acquoso (simile a siero) contenente per lo più enzimi. A questo tipo appartiene la maggior parte delle grosse ghiandole tra cui il pancreas e la ghiandola parotide; anche le ghiandole lacrimali fanno parte di questo gruppo.

  • Istologia

    Fasi di allestimento di un campione (prelievo, fissazione, inclusione, colorazione)

    L’allestimento di preparati microscopici implica una serie di operazioni che consistono in: – Prelievo di frammenti d’organo. – Fissazione. – Inclusione. – Colorazione. Il prelievo di frammenti d’organo va condotto al più presto sul materiale fresco. Se, in teoria, i metodi di osservazione delle cellule allo stato vitale sarebbero da preferirsi in quanto consentono uno studio dinamico della cellula, in assenza di artefatti di immagine prodotti dalle fasi successive di allestimento del campione, in realtà il loro impiego è limitato perché le cellule ed i tessuti isolati dall’organismo non sopravvivono che per tempi brevi (a meno che non siano coltivati in vitro) in quanto gli enzimi litici intracellulari si attivano…