Arteria sacrale mediana
L’arteria sacrale mediana è il ramo terminale dell’aorta addominale.
Grandi traumatismi
Si definiscono grandi traumatismi quegli eventi causati da azioni di notevole intensità che agiscono con meccanismi molteplici e complessi, determinando effetti lesivi quasi sempre mortali. Sono caratterizzati da lesioni contusive multiple, multiformi e multipolari per la contemporanea presenza di differenti tipi di lesività localizzate in differenti sedi corporee. I grandi traumatismi comprendono: Precipitazione. Schiacciamento. Esplosione. Incidenti del traffico stradale, aereo, marittimo e ferroviario. Articolo creato il 27 gennaio 2014. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Incidenti aerei, nautici, ferroviari
Nell’ambito dei grandi traumatismi rientrano inoltre le lesività conseguenti ad incidenti aerei (spesso catalogati come mass-disaster), nautici e ferroviari. Gli incidenti aerei coinvolgono spesso decine di persone ed hanno un elevato indice di mortalità. In tale ambito, tuttavia, rientrano non solo le lesioni da precipitazione ed impatto al suolo del velivolo quanto anche quelle dovute ad un improvviso cedimento della carlinga con conseguente decompressione della cabina; in quest’ultimo caso si osserva la proiezione verso l’esterno dei passeggeri o il loro impatto contro strutture solide dell’aeromobile o bagagli presenti nella carlinga. L’ammaraggio o l’atterraggio di fortuna, invece, può non essere fatale, ma a causa della violenta decelerazione si possono avere lesività…
Tronco
Il tronco è formato, in direzione rostro-caudale, da diverse parti in continuità tra loro: Collo. Torace. Addome. Pelvi (o bacino). L’intero tronco è sostenuto dorsalmente dal rachide. Articolo creato il 20 febbraio 2010. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Muscolo piriforme
Il muscolo piriforme è uno dei muscoli esterni dell’anca ed è innervato da un ramo collaterale del plesso sacrale (L5-S1). Contraendosi ruota lateralmente il femore. Ha un'azione stabilizzante sull'articolazione coxofemorale.
Follicoli maturi (o vescicolosi) di Graaf
I follicoli maturi (o vescicolosi) di Graaf rappresentano il quinto e ultimo stadio dei follicoli oofori evolutivi; il loro diametro è di circa 12-15 mm. Normalmente si ha solo un follicolo maturo per ciascun ciclo e con un’alternanza per le due ovaie (un mese un ovaio, l’altro mese l’altro e così via).
Vasi e nervi delle palpebre
La palpebra superiore riceve sangue principalmente dall’arteria palpebrale mediale superiore (ramo dell’oftalmica) e dall’arteria palpebrale laterale superiore (proveniente dalla lacrimale); analogamente, la palpebra inferiore è irrorata principalmente dall’arteria palpebrale mediale inferiore (ramo dell’oftalmica) e dall’arteria palpebrale laterale inferiore (proveniente dalla lacrimale). In ogni palpebra le due arterie palpebrali (mediale e laterale) decorrono dal davanti del tarso, in vicinanza del margine libero, e si anastomizzano fra loro formando l’arco tarsale.
Struttura del midollo spinale
Il midollo spinale è costituito dalla sostanza grigia e dalla sostanza bianca. La sostanza grigia è formata da neuroni mentre quella bianca dai neuriti che vanno a costituire i fasci del midollo spinale. Articolo creato il 17 marzo 2012. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.
Testa
Nello scheletro della testa si distinguono una parte dorsale e rostrale, la scatola cranica (o neurocranio), e una parte caudale e ventrale, il massiccio faciale (o splancnocranio); queste parti, in continuità tra loro, formano il cranio. Queste due parti hanno sia ossa proprie che ossa in comune. La scatola cranica è costituita in gran parte da ossa piatte che delimitano una cavità cranica in cui è avvolto l’encefalo. Anche le ossa del massiccio facile delimitano diverse cavità (orale, orbitarie, nasali). Le articolazioni del cranio sono in prevalenza sinartrosi in quanto si stabiliscono fra ossa che hanno principalmente funzioni di contenimento e di protezione. Un’articolazione mobile, invece, è presente dove il…
Ipostasi
Le ipostasi rientrano tra i fenomeni cadaverici consecutivi e sono la conseguenza della cessazione dell’attività cardiaca: il sangue si accumula passivamente nelle zone più basse per gravità. Il sangue cadaverico, infatti, è reso incoagulabile per distacco delle fibrinolisine a livello delle pareti vasali; è possibile riscontrare qualche piccolo trombo a livello cardiaco in soggetti con gravi sepsi o stati cachettici che determinano una defedazione generale che possa interferire con il sistema delle fibrinolisine.