• Anatomia,  Apparato emolinfopoietico

    Linfonodi sottomandibolari

    I linfonodi sottomandibolari rientrano tra i linfonodi della testa e del collo. Sono linfonodi profondi che, in numero da 5 a 8, risiedono nella loggia sottomandibolare in rapporto con la ghiandola salivare omonima; alcuni sono in rapporto con la vena faciale anteriore. Ricevono collettori linfatici dalle palpebre, dal naso, dalla guancia, dalle gengive e dai denti, dalla parte anteriore della lingua. I collettori efferenti si portano ai linfo­nodi cervicali profondi. Articolo creato il 6 novembre 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Anatomia,  Apparato emolinfopoietico

    Linfonodi cervicali profondi

    I linfonodi cervicali profondi rientrano tra i linfonodi della testa e del collo. Assai numerosi, da 15 a 30, formano una ca­tena estesa lungo la vena giugulare interna, dall'apice del processo mastoideo e sot­to il muscolo sternocleidomastoideo fino alla regione sopraclavicolare. Sono distinti in due gruppi: superiori(o sottosternomastoidei) e infe­riori(o sopraclavicolari).

  • Anatomia,  Apparati della sensibilità specifica,  Occhio

    Apparato motore dell’occhio (o bulbo oculare)

    Dell’apparato motore dell’occhio (o bulbo oculare) fanno parte 6 muscoli estrinseci, a fibre striate, accolti nella cavità orbitaria (od orbita): i loro tendini attraversano la fascia del bulbo (o capsula di Tenone) e prendono inserzione sulla sclera. I muscoli estrinseci sono rappresentati dai quattro muscoli retti (superiore, inferiore, mediale e laterale) e dai due muscoli obliqui (superiore e inferiore); ad essi va aggiunto il muscolo elevatore della palpebra superiore, il quale termina, invece, inserendosi sul tarso della palpebra superiore.

  • Medicina legale

    Head down position

    L’head down position riguarda soggetti intrappolati a testa in giù, anche in assenza di qualsiasi lesività interna. Si tratta di una modalità di decesso molto rara, documentata nella specifica letteratura medico legale che trova particolare riscontro negli speleologi o scalatori, allorché intrappolati in caverne a testa in giù. Hanno tempi di sopravvivenza piutto­sto ridotta per il concomitante manifestarsi dei seguenti fenomeni parafisiologici: Progressiva ed irreversibile congestione cerebrale stante l’assenza di valvole ve­nose a livello del collo, con conseguente ridotto ritorno venoso cardiaco e deficit del­la gittata cardiaca. Insufficienza respiratoria per ridotto excursus del mantice respiratorio toracico e concomitante esaustione su base posizionale della funzione respiratoria diaframmatica. Calo della pressione sistolica.…

  • Anatomia,  Apparato cardiovascolare

    Arterie perforanti

    Le arterie perforanti, che sono ge­neralmente in numero di tre, attraversano i tendini d’inserzione dei muscoli adduttori fino alla linea aspra del femore per raggiungere la parte posteriore della coscia dove ogni arteria perforante si divide in un ramo ascendente e in uno discendente che si anastomizzano fra di lo­ro. Si costituisce così un sistema anastomotico collegato, in alto, con rami delle ar­terie glutea inferiore e circonflessa mediale del femore e in basso con un ramo ascendente dell’arteria poplitea; questo sistema rappresenta, nell’arto inferiore, un’importante via collate­rale di comunicazione fra l’arteria iliaca interna e l’arteria femorale; questo circolo collaterale può parzialmente supplire nell’irrorazione del­l’arto inferiore qualora l’arteria femorale si obliteri.…

  • Senza categoria

    Effetti tossici dei farmaci

    Gli effetti tossici dei farmaci posso­no essere classificati in farmacologici, patologici e genotossici (cioè determinano alterazioni del DNA), e la loro incidenza e gra­vità sono correlate, almeno oltre un certo limite, alle concentrazioni raggiunte dalle sostanze tossiche nell’organi­smo. Un esempio di tossicità farmacologica è rappresen­tato dall’eccessiva depressione del sistema nervoso cen­trale (SNC) provocata dai barbiturici. Un esempio di effetto patologico è il danno epatico prodotto dal paracetamolo: il suo metabolita è una specie altamente reattiva che si lega al glutatione; quando il contenuto cellulare di glutatione è depletato, il metabolita si lega alle macromolecole biologiche determinando morte delle cellule epatiche. Un esempio di effetto genotossico è l’induzione di formazioni neoplastiche…

  • Anatomia,  Apparato cardiovascolare

    Arteria circonflessa posteriore dell’omero

    L’arteria circonflessa posteriore dell’omero è un ramo collaterale dell’arteria ascellare che nasce dalla terza porzione dell’arteria ascellare e, con il nervo ascellare, attraversa l’interstizio delimitato in alto dal muscolo sottoscapolare e dalla capsula dell’articolazione scapoloomerale, in basso dal muscolo grande rotondo, medialmente dal capo lungo del muscolo tricipite, lateralmente dal collo chirurgico dell’omero. Termina, dopo aver fornito rami all’arti­colazione e ai muscoli circostanti, con un ramo di­scendente che si anastomizza con l’arteria profonda del braccio e con l’arteria circonflessa anteriore dell’omero. Articolo creato il 9 agosto 2011. Ultimo aggiornamento: vedi sotto il titolo.

  • Anatomia,  Apparato locomotore

    Osso nasale

    L'osso nasale è un osso pari, a forma di lamina trapezoidale ristretta nella parte superiore e slargata in quella inferiore. Le due ossa nasali sono articolate tra loro sulla linea mediana e si trovano tra i processi frontali dei due mascellari, al di sotto dell’osso frontale. Si considerano in ciascun osso nasale due facce e quattro margini. La faccia anteriore, convessa in basso e concava in alto, presenta nel mezzo un piccolo foro vascolare, il foro nasale. La faccia posteriore completa anteriormente il tetto della cavità nasale. Il margine superiore si articola con l’osso frontale.

  • Anatomia,  Apparato cardiovascolare

    Vene renali

    Le vene renali hanno origine all’ilo del rene per confluenza di 4-6 rami che emergono dal parenchima; de­corrono obliquamente in alto e medialmente, al davanti dell’arteria renale, per aprirsi nella pa­rete laterale della vena cava inferiore a livello della 2a vertebra lombare; sono coperte dal pe­ritoneo. La vena renale sinistra è più volumino­sa e più lunga; per portarsi alla vena cava inferiore supera la linea mediana, incrociando ven­tralmente l’aorta. Sono vene di tipo propulsivo; possiedono allo sbocco una valvola insufficien­te. Rami affluenti della vena renale sono: Ve­ne surrenali inferiori. Vene ureterali. Vena genitale (solo della vena renale sinistra). Vena surrenale dello stesso lato (solo della vena renale sinistra). Articolo creato…